...E CADDE ADDORMENTATA |
uno spettacolo di Giovanna Facciolo liberamente tratto da La bella addormentata
Un re e una regina, un padre e una madre, vogliono che la loro tanto sospirata e unica figlia appena nata, riceva i doni più belli che la vita possa offrire. Dodici sono le fate invitate ai festeggiamenti, ognuna in grado di regalare doti, qualità e fortuna, tutto il meglio che si possa destinare e desiderare per una vita perfetta. Ma ecco che ciò che non è desiderato è presto in agguato e la tredicesima fata, portatrice di male e di oscurità, d’un tratto si presenta anche se non invitata. E come dono, lancerà la sua vendetta al centro della tavola imbandita: “Al 15° anno di età, la fanciulla si pungerà e morirà! Ah, ah, ah! ” E allora l’incanto di un sonno lungo cent’anni. Un sonno che proteggerà dal male sì, ma, inevitabilmente anche dalla vita, diventando nido incantato e impenetrabile, difeso strenuamente da tre simpatiche fate, un po’ balie, un po’ maldestre guerriere, che rievocano la storia, tra nostalgie del passato e apprensioni per il futuro. Certo è che quell’infinito presente addormentato è molto rassicurante e i pericoli della vita ne rimangono finalmente fuori. “ Dorme, dorme, meno male che dorme...” Ma per poter crescere è necessario accettare e affrontare i rischi che ogni esistenza porta con sé, che non possiamo evitare se non rinunciando allo scorrere della vita stessa, come avviene nel sonno incantato della Bella Addormentata e forse, anche nell l’iperprotezione con cui spesso cresciamo i nostri bambini. Alla fine, la principessa si risveglierà “…Meno male, peccato, è giusto così! ” e le fitte trame di quel nido incantato si disferanno al passaggio di un impetuoso cavaliere, che la porterà via con sé verso l’amore, la vita, e tutte le sue incognite. “Le scarpeee!....” Le grideranno apprensive le tre fate, sventolandole. Ma lei è già lontana. |