PICCOLI FIAMMIFERAI
uno spettacolo di Giovanna Facciolo e Mariachiara Raviola liberamente ispirato a "La Piccola Fiammiferaia" di H. C. Andersen
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con Antonella Migliore (Chiara Sicoli), Marco Montesano (Simone Spirito) e Alessandro Esposito drammaturgia e regia di Giovanna Facciolo cura del movimento di Mariachiara Raviola scene di Massimo Staich luci di Andrea Abbatangelo tecnico luci Paco Summonte tecnico audio Gioacchino Somma
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"Quella sera faceva un freddo terribile; stava nevicando e cominciava a fare buio; era la sera dell’ultimo dell’anno, la sera dei grandi festeggiamenti… In mezzo al freddo e all’oscurità una bambina piccola camminava per la strada, senza berretto in testa e con i piedi nudi…"
Così inizia la celebre favola, una favola che parla di povertà, di infanzia e di strada. Di un mondo fuori, ricco e indifferente, e di un mondo dentro, fatto di solitudine, sogni e sentimenti laceranti. E di una nonna in cielo che salva la piccola richiamandola a sé.
Ci siamo chiesti chi sono oggi i piccoli fiammiferai che attraversano le strade delle nostre città, scintillanti di illusioni, quali sono le loro storie e i loro sogni, quali le loro speranze. Abbiamo tentato così di riscrivere una favola contemporanea che, pur dialogando con quella nota, raccontasse di piccoli stranieri protagonisti di nuove migrazioni e di antichi nomadismi. Storie che spesso nascondono anche tristi sfruttamenti. Ecco allora che accanto a Rachid e ad Alì, giovani marocchini lavavetri, appare Sladiza, ragazza-bambina “…rapita da piccola nelle terre di Romania e arrivata in Italia travestita da maschio” e sottomessa alle dure leggi degli zingari.
Il filo sottile su cui corrono sogni, evasioni e amarezze di queste tre giovani vite tesse una trama sempre in bilico tra fiaba e realtà.
L’incontro fondamentale con un gruppo di ragazzini marocchini, a Napoli, in attesa di regolarizzazione ci ha dato la chiave con cui tradurre sogni e umiliazioni di chi, inseguendo un futuro migliore, spesso trova nell’immediatezza del lavoro ai semafori una forma di sopravvivenza. E questa chiave è stata la dolcezza, improvvisa e inaspettata, che contrasta e vince su pregiudizi e stereotipi troppo radicati nella realtà di tutti i giorni. E con la dolcezza dei loro sguardi abbassati e dei sorrisi generosi ci hanno faticosamente messo a parte di passati interrotti da un mare da attraversare, di separazioni che fanno ancora male al cuore, di nostalgie a denti stretti, di speranze.
Storie nella storia che si ripetono uguali nei secoli, storie di povertà e di umiliazioni, di scaltrezze obbligate e dignità ferite. Storie di umani sentimenti: la nostalgia dell’abbraccio di tua madre, un fratello che nasce mentre sei lontano, un nonno che muore e tu non lo sai.
A tutti loro … grazie.
Ringraziamo il Centro interculturale Nanà, la Cooperativa Sociale Dedalus di Napoli, Amar e tutti gli operatori, Karim, Abderrazzak, Icham, Jawad, Mohamed, Abdierahim, Jamal e tutti i ragazzi marocchini senza i quali questo spettacolo non sarebbe stato scritto.
gallery (clicca per lo zoom) .....................................................................................................................................................................................
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